giovedì 23 luglio 2009

Lettera al Presidente

Gent.mo Presidente,

lo scorso 15 luglio Lei ha firmato e promulgato una legge in materia di sicurezza che la maggioranza parlamentare, sotto la mannaia del voto di fiducia impostodal Governo Berlusconi, aveva da poco approvato.

In sede di promulgazione, però, Lei così aveva qualificato quel testo di legge (e cito testualmente quanto da Lei messo nero su bianco in una contestuale lettera indirizzata proprio a Berlusconi):

- “…dal carattere così generale e omnicomprensivo della nozione di sicurezza posta a base della legge, discendono la disomogeneità e estemporaneità di numerose sue previsioni che privano il provvedimento di quelle caratteristiche di sistematicità e organicità che avrebbero invece dovuto caratterizzarlo…”;

- “…è indispensabile porre termine a simili prassi, specie quando si legiferi su temi che, come accade per diverse norme di questo provvedimento, riguardano diritti costituzionalmente garantiti e coinvolgono aspetti qualificanti dellaconvivenza civile e della coesione sociale…”;

- “…è in giuoco la qualità e la sostenibilità del nostro modo di legiferare…”;

- “il nostro ordinamento giuridico risulta seriamente incrinato da norme oscuramente formulate, contraddittorie, di dubbia interpretazione o non rispondenti ai criteri di stabilità e certezza della legislazione…”;

- “…aggiungo di aver ravvisato nella legge anche altre previsioni che mi sono apparse, sempre a titolo esemplificativo, di rilevante criticità e sulle quali auspico una rinnovata riflessione, che consenta di approfondire la coerenza con i principi dell’ordinamento e di superare futuri o già evidenziati equivoci interpretativi e problemi applicativi…”.

Fatte queste premesse Lei, sig. Presidente Napolitano, così conclude la sua lettera ufficiale:

“…Il Presidente della Repubblica non può restare indifferente dinanzi a dubbi diirragionevolezza e di insostenibilità che un provvedimento di rilevante complessità ed evidente delicatezza solleva per taluni aspetti, specie sul piano giuridico…”.

A questo punto, qualsiasi persona normale si sarebbe aspettata che Lei, sig. Presidente, fosse conseguente con le premesse e le considerazioni da Lei stesso espresse e applicasse l’art. 74 della Costituzione che testualmente recita (e Lei lo sa bene!): “…il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione…”.

Insomma, a norma di legge costituzionale, poteva – e, secondo noi, doveva – non controfirmare né promulgare la legge ma rinviarla al Parlamento con le stesse identiche motivazioni con cui ha scritto la “letterina di rimprovero” al Capo del Governo Berlusconi (lettera, a nostro avviso, del tutto irritale giacchè la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica il potere di inviare “messaggi” alle Camere (art. 74 Cost.) ma non al Governo).

Lei ha ritenuto di comportarsi diversamente ed a noi cittadini (e rappresentanti di cittadini, in quanto parlamentari eletti) non è restato altro che prenderne atto ed esprimere le nostre riserve e valutazioni.

Lei, però, è andato oltre e si è messo a polemizzare con me, che l’avevo invitata a non firmare né a promulgare la legge, affermando (anche qui cito testualmente):“…chi invoca polemicamente e di continuo poteri e perfino doveri che non ho, mostra di aver compreso poco della Costituzione…” (ovviamente scatenando una scontata litania di improperi nei miei confronti).

Ciò premesso, mi sia permesso – pur con il rispetto che qualsiasi cittadino deve avere nei confronti del Presidente della Repubblica – di ribadire la palese contraddittorietà tra le sue valutazioni sulla legge in questione (da Lei stessa definita piena di “…disomogeneità e estemporaneità di numerose sue previsioni…incoerenza con i principi dell’ordinamento…equivoci interpretativi…problemi applicativi…norme oscuramente formulate, contraddittorie, di dubbia interpretazione, non rispondenti a criterio di stabilità e certezza della legislazione…) e la “decisione” adottata (sottoscrizione e promulgazione della legge).

Siccome però Lei conosce bene la Costituzione, Le chiedo:

- è vero o no che vi è contraddizione evidente (perfino letterale) fra la “motivazione” ed il “dispositivo” del suo provvedimento (dice che la legge è sbagliata ma la controfirma lo stesso)?

- è vero o no che, in questi casi, Lei ha il potere (e perfino il dovere, per usare le sue stesse parole) di non promulgare immediatamente la legge ma rinviarla alle Camere, con un messaggio motivato (art. 74 Cost.)?

- è vero o no che invece Lei non ha il dovere di inviare “messaggi” al Capo del Governo (e nemmeno letterine a mò di rimprovero come “piume d’oca”)?

- è vero o no che anche la legge sulle intercettazioni (e annesso bavaglio all’informazione) già approvata da un ramo del Parlamento è un’altra legge incostituzionale e contraria ai principi generali dell’ordinamento? E, se è vero, perché Lei si è chiamato il Ministro della Giustizia per esprimergli le Sue perplessità e non le ha esternate con un formale “messaggio” alle Camere (art. 87 Cost.) per far sapere anche a noi parlamentari eletti dal popolo le sue valutazioni?

- è vero o no che anche sul Lodo Alfano (quella legge ad personam che Berlusconi si è fatta fare per non farsi processare) Lei ha usato il “guanto di velluto” firmando e promulgando una legge che ora ogni Tribunale d’Italia sta contestando come incostituzionale?

è vero o no che - nelle more delle decisioni della Corte costituzionale sul predetto Lodo Alfano - lo stesso Presidente del Consiglio ed il Ministro della Giustizia hanno partecipato ad una “privatissima” cena proprio con due giudici della Corte Costituzionale? E, se è vero, vuole spiegarci Sig. Presidente della Repubblica, come intende assicurare ai cittadini (ed a noi parlamentari che li rappresentiamo) che la Corte Costituzionale non sia stata compromessa da interventi e condizionamenti esterni?

La prego, sig. Presidente Napolitano, mi risponda nel merito, invece di offendermi anche Lei gratuitamente.

Con ossequio.

Antonio Di Pietro
(Presidente Italia dei Valori)


sabato 18 luglio 2009

Paderno ha voltato pagina: se questo è il “nuovo”…

Dopo l’euforia trionfalista con tanto di banda al seguito che ha accompagnato l’insediamento del sindaco Alparone, già alla seconda seduta la maggioranza di centrodestra ha palesemente steccato.

In particolare, sull’elezione del presidente del consiglio comunale, organo di garanzia per il consiglio stesso, dopo aver perseguito la candidatura di Papaleo a nome della stessa maggioranza, si aveva il seguente esito:

Papaleo, 13 voti; Pedretti, candidata delle opposizioni, 11 voti.

Astenuti, oltre ai due candidati, anche 4 esponenti della maggioranza stessa.

Questi i fatti. Quindi, alla prima prova del voto, la maggioranza di centrodestra guidata dal sindaco Alparone, si presenta divisa e con chiari segni di nervosismo al suo interno.

Perché accade questo?

Noi non crediamo ci siano solo “problemi personali” nella disfida tutta interna al PdL.

Quello che temiamo è che, intorno alla vicenda poco edificante del presidente del consiglio comunale, ci sia ben altro, e cioè:

una “fame” di poltrone non ancora sopita dentro la maggioranza – il sindaco ha trattenuto troppe deleghe su di sé – e quindi la richiesta strisciante di un allargamento di giunta per garantire certi “equilibri” interni al PdL;

le nomine in aziende, enti, istituzioni che, al posto di garantire professionalità e impegno dei futuri candidati, si dovranno piegare alla logica della spartizione politica dentro il centrodestra.

Infatti, solo così si spiega la fretta con cui si è voluto votare la “delibera quadro” sulle nomine, senza accogliere l’obiezione delle opposizioni su un approfondimento della stessa in merito alla trasparenza reddituale dei candidati.

“Discriminante” è stata definita dal sindaco Alparone la nota proveniente dai banchi dell’opposizione! Ma in tutta questa faccenda di discriminante c’è solo la decapitazione dei vertici di Ages – l’azienda municipalizzata di Paderno che ha in sé anche la gestione delle farmacie pubbliche -, di Energie Locali – l’azienda che si occupa d’illuminazione pubblica – che si è già consumata, pur essendo oltre la metà dell’anno e pur avendo in corso un piano aziendale di notevole interesse per la città di Paderno Dugnano.

E questo senza un minimo di strategia organizzativa e aziendale manifesta da parte del Sindaco e della sua Giunta! E tutto questo benché le persone coinvolte siano state sempre ritenute “valide” e “professionali” nella gestione del proprio mandato!

Ciò che importa, invece, è preparare il terreno per altre nomine, il cui unico criterio temiamo sia la pacificazione politica dentro la maggioranza di centrodestra.

Un esempio di ciò si è visto anche nell’elezione del collegio dei revisori dei conti, in cui l’unico aspetto positivo è l’elezione – grazie ai voti della minoranza – del presidente uscente dottor Caretto, a cui va il nostro augurio di buon lavoro nell’interesse della città di Paderno Dugnano.

La maggioranza ha voluto investire, nell’eleggere gli altri due componenti, più sui propri equilibri interni che su una condivisione di percorso con le opposizioni.

La prova è che, su 32 candidature presentate, l’unica obiezione da noi sollevata rispetto a una candidatura che suonava come una nomina politica ed era per questo di minor garanzia rispetto al ruolo di revisore dei conti, proprio quella candidatura è stata votata ed eletta dalla maggioranza in consiglio comunale, accompagnata da altre 3 schede bianche che dimostrano il continuo “gioco al rialzo” presente tra le file della maggioranza.

Noi crediamo che Paderno Dugnano si meriti qualcosa di meglio di questo mercantilismo politico che serve a tenere buoni gli appetiti correntizi del PdL e del centrodestra, presente e non presente in consiglio comunale - ma pronto a rientrare dalla finestra per magnanimità del sindaco Alparone - il cui unico interesse sembra essere quello di far suonare la banda, anche se a noi pare di sentire una musica fortemente stonata! Se il buon giorno si vede dal mattino……

Paderno Dugnano, 15/7/2009 I capigruppo dell’opposizione

Coloretti Marco – PD

Anelli Mauro – PdCI-PRC

Cerioni Maurizio - Italia dei Valori

mercoledì 8 luglio 2009

Lettera aperta al nuovo Sindaco di Paderno Dugnano

Egregio Signor Sindaco,

Le scrivo questa lettera aperta dopo aver assistito, un paio di settimane fa, al primo Consiglio Comunale dopo le elezioni.
Nella recente campagna elettorale ho sostenuto convintamente, anche candidandomi in prima persona nella lista dell'Italia dei Valori, il sindaco uscente Massetti. L'ho fatto perchè, essendomi trasferito a Paderno Dugnano nel 2003, ho potuto vedere e toccare con mano l'impegno e la serietà dell'amministrazione Massetti nel gestire la cosa pubblica, che a mio parere è riuscita nel difficile intento di abbinare rigore amministrativo ad un'offerta di servizi e di investimenti pubblici ricca e diversificata, pur nei limiti dei vincoli di bilancio. Oggi abbiamo un Comune meno indebitato (laddove altre esperienze amministrative - leggasi Catania ad esempio, o Milano, entrambe amministrate dal centrodestra - hanno inanellato clamorosi buchi di bilancio ed investimenti finanziari - swap, derivati - quantomeno avventati e potenzialmente devastanti per il futuro delle comunità amministrate), un patrimonio immobiliare che è sensibilmente cresciuto di valore, più verde (gestito con una migliore manutenzione), più strutture per i cittadini (tra cui una biblioteca di rango adeguato ad una grande città quale Paderno Dugnano è), un'offerta di servizi sociali di prim'ordine.
Giunti a scadenza del mandato, ho sentito il dovere di impegnarmi in prima persona, nel mio piccolo, per far sì che un'eseperienza del genere non finisse travolta da un vento nazionale che spira insistentemente verso destra, anche - se non in gran parte - per manifesta incapacità del campo avverso ad organizzare una proposta politica credibile, sensata ed allettante.
Ma a Paderno Dugnano la proposta politica il centrosinistra ce l'aveva, tangibile, sotto gli occhi di tutti.
I risultati dimostrano che ha prevalso la voglia di cambiare, ad ogni costo, "a prescindere". Io credo sia avvenuto anche grazie ad un nome che nel simbolo del PDL a Paderno campeggiava con ben maggiore evidenza di quello del candidato sindaco stesso, e che - volenti o nolenti - ormai da 15 anni ci obbliga sempre a considerare ogni competizione elettorale come un nuovo plebiscito a favore o contro il nome in questione, a prescindere dal fatto che in realtà si tratta - come in questo caso - di decidere chi ci amministrerà (e come) a livello locale.
Ha vinto Lei, signor Sindaco, sulla scia di una campagna elettorale tutta incentrata sul tema del "cambiare" (la città era piena dei Suoi manifesti che accennavano, con grafica efficace, al concetto di "voltare pagina"). Da cittadino padernese, Le auguro di esercitare il Suo mandato al meglio, e di poter realizzare quanto di meglio possibile per i nostri concittadini.
Però.... mi permetta di esplicitarLe alcuni "però".
1. Non mi sono piaciuti certi toni da "guerra di liberazione" tenuti durante la campagna elettorale, ed anche dopo il suo termine. A sentire certi discorsi, a volte, sembrava infatti che Paderno Dugnano fosse retta da un regime dispotico ed illiberale, da abbattere con la forza. Non c'era invece nessun Saddam Hussein né tantomeno nessun eroe liberatore della patria, ma semplicemente due piattaforme politico-amministrative differenti. Ed una delle due ha vinto, per poche centinaia di voti. Tutto qui.
2. Un ruolo importante in campagna elettorale lo ha sicuramente giocato la Sua propensione ai rapporti personali. E' piaciuta l'idea di un Sindaco vicino ai cittadini, che esercita la sua presenza anche e soprattutto negli ambiti extra-istituzionali, che stringe mani, saluta tutti. Tutte doti apprezzabili, e rispetto alle quali anche il centrosinistra forse farebbe meglio a prestare più attenzione, perché è vero che a volte anche la forma è sostanza. Mi permetta però di suggerirLe che questo ora non basterà più: si è voltato pagina, d'accordo, ma ora la pagina bianca bisogna riempirla di azioni concrete e a tal proposito il programma da Lei esposto in Consiglio Comunale mi pare più una elencazione in ordine sparso di buoni propositi, peraltro spesso condivisibili e difatti già in larga parte realizzati o programmati dalla precedente Amministrazione, che non un robusto programma di discontinuità. In cosa si dovrebbe intravvedere il famoso "voltar pagina"? Quale la grossa differenza della giunta Alparone rispetto a quella Massetti? Dopo averLa ascoltata attentamente esporre le linee programmatiche, confesso di non averlo capito. Riducendo il tutto all'osso, mi pare che le novità siano le ronde e più risorse agli oratori. Sono io che non ho capito o invece il grande voltar pagina si ridurrà infine solo a questo?
3. Il primo Consiglio Comunale avrebbe dovuto svolgersi in piazza. Lei ha più volte esternato la sua volontà di trasformare il primo atto amministrativo in una festa di tutti i cittadini. Nessuno ovviamente Le vieta di festeggiare la Sua elezione, come credo abbia già avuto modo di fare più e più volte, anche in contesti pubblici, dopo il 7 giugno, tuttavia credo vada rimarcato come il ricoprire un incarico pubblico significhi in primo luogo rispetto per i luoghi ove la vita pubblica si svolge, con tutto il carico di "serietà" che lo svolgerli impone. L'aula consiliare è aperta al pubblico e qualunque cittadino può presenziare alle sedute. E' la democrazia. Questo non significa tuttavia che il Consiglio Comunale debba tramutarsi in una festa.
4. Ho apprezzato l'iniziativa di filmare il Consiglio Comunale, si trattava infatti di una delle proposte della nostra lista. Tuttavia, a due settimane di distanza dall'evento, mi sfugge una cosa... dov'è il filmato? Sul sito del Comune non sono riuscito a trovarlo. In un'epoca contraddistinta dal social networking e dall'instant messaging, e in un'ottica di cambiamento e innovazione, mi sarei aspettato di vederlo online il giorno dopo!

E' tutto, per ora.
Di nuovo, sentitamente, buon lavoro!

Paolo Dosso

P.S.: Ho ricevuto la prima Calderina della Sua nuova Amministrazione, complimenti! L'innovazione è evidente e sostanziale, difatti al rosso dei titoli avete sostituito il blu... Poi tutto il numero prosegue con tabelle e foto dei neoeletti... Qua e là si citano oratori e parrocchie, parrocchie e oratori (abbiamo capito quale sarà il leit-motiv della nuova amministrazione...). Il numero di agosto che tema avrà: una carrellata delle foto delle vacanze?